5.1 Quale modello di Società
La politica ha abbandonato una questione di
vitale importanza per lo sviluppo di un Popolo: la questione sociale.
Le forze politiche della cosiddetta Seconda Repubblica sono nate e si sono alleate su pressioni economiche e finanziarie e sono, nella quasi totalità dei casi, manovrate dai grandi gruppi finanziari che detengono il potere giocando sulle teste dei cittadini troppo spesso ciechi e succubi agli organi di informazione (Giornali - TV) pilotati da chi ha interesse che l'individuo diventi sempre più un numero che consuma, che delega, mandando sempre più il proprio cervello all'ammasso.
Un'operazione di omologazione che agisce su tre livelli:
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quello
culturale - tutti devono parlare nello
stesso modo, pensare nello stesso modo, sul modello americano; |
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quello etnico
- l'imposizione della società multirazziale dove tutte le etnie si mescolano
troncando ogni legame con le proprie radici, senza valutare le conseguenze che
in America già si vedono in modo allarmante; |
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quello consumistico
- tutti devono consumare lo stesso prodotto, consumarne sempre di più,
arrivando anche allo spreco, senza preoccuparsi delle conseguenze che il
consumismo di massa può provocare alle risorse della terra. |
Il Federalismo non può che respingere ogni tipo
di omologazione è quindi deve porre il problema sociale al centro del proprio
progetto politico e può realizzarlo poiché non deve rendere conto a nessun
gruppo finanziario ma solo ai cittadini che non hanno portato il cervello
all'ammasso e non intendono portarlo.
5.2 Rivalutazione dell'individuo
Il punto
nevralgico come abbiamo detto è riportare l'individuo al centro della società.
Ogni persona non deve essere considerata un numero ma un essere umano differente
da tutti gli altri. Un essere umano con le proprie idee, con le proprie
aspettative, con le proprie necessità che devono essere rispettate e devono
trovare gli spazi adeguati.
5.3 Il ruolo centrale della Famiglia
Il livello
superiore all'individuo è la Famiglia che deve ritornare ad essere l'Istituzione
Sociale principale e maggiormente tutelata, come è risultata per secoli,
particolarmente nella tradizione padana.
La Famiglia deve essere il riferimento per ogni persona.
La politica e le istituzioni devono creare dei meccanismi che rivalutino la
Famiglia e che le permettano, ad esempio, di dare ai propri figli un educazione
adeguata alle aspettative dei figli stessi o di poter tenere i propri anziani in
casa e non doverli scaricare in squallide Case per Anziani.
Ma soprattutto occorre ricreare la Cultura della Famiglia distrutta da un lato
dalla società consumistica e dall'altro dal Comunismo strisciante che ha posto
al Centro della Società lo Stato (la Cosa Pubblica) che deve pensare alle
esigenze dell'individuo dalla culla alla tomba.
Dobbiamo quindi rispolverare le nostre radici. La cultura Padana plurisecolare
ha visto nella famiglia patriarcale, in particolare quella contadina, il cardine
dello sviluppo del Paese: e se oggi il nostro paese ha raggiunto livelli di
sviluppo superiori ad altre zone d'Europa è soprattutto grazie a questo
meccanismo.
6.1 Il ruolo della Donna
Parlare di Famiglia inevitabilmente porta a considerare il ruolo della Donna.
I grandi gruppi finanziari tendono a mostrarci due immagini della donna: da un lato la donna di casa che è sempre allegra quando svolge il ruolo di consumatrice dall'altro la donna di successo manager ma anche in questo caso questa immagine è mirata al consumismo sfrenato. Mai vediamo la donna in situazioni reali: in catena di montaggio o in casa a svolgere faticosamente il ruolo di casalinga o peggio ancora la Donna garante della Famiglia con tutti i problemi dei figli in balia di una società sempre più disgregata.
Ecco allora che nell'ottica di rivalutazione della Famiglia dobbiamo rivalutare anche il ruolo della Donna principalmente come Casalinga come gestrice e garante della crescita della Famiglia senza peraltro oscurare il ruolo della Donna che lavora, che si realizza fuori casa.
6.2 Professione Casalinga
Il 90% delle donne sposate che svolgono lavori fuori casa rivestono anche il ruolo di Casalinghe sobbarcandosi a tutti gli effetti un doppio lavoro. Inoltre due terzi di queste svolgono il doppio lavoro per questioni economiche interne alla Famiglia e preferirebbero restare a casa se fossero risolti i problemi economici.
Nell'ottica di ricreare la cultura della Famiglia occorre innanzitutto riconoscere a tutti gli effetti la professione di Casalinga e di conseguenza le Istituzioni devono creare un meccanismo che permetta a chi vuole restare a casa di poterlo fare.
Una seria politica, anche fiscale, per le famiglie monoredditto è il primo passo seguito da una seria regolamentazione degli Assegni Familiari sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi. Assegni Familiari che non siano elemosina ma proporzionati alle reali entrate familiari.
La politica pensionistica delle Casalinghe deve poi seguire gli stessi criteri pensionistici di qualsiasi lavoratore.
Occorre creare un'immagine della Donna, che cura la Casa e la Famiglia, rispondente alle esigenze di una società solida. In pratica la Casalinga non deve essere vista come personaggio di second'ordine, di individuo senza professionalità che non sapendo far altro sta a casa. Al contrario deve farsi avanti un'immagine di Casalinga fondamentale per la Società; un immagine addirittura superiore a quella della Donna-manager.
6.4 La donna e il mondo del lavoro
Dall'altro
lato occorre permettere alle donne che ricercano fuori casa la realizzazione
delle proprie aspettative di porla allo stesso livello dei colleghi maschi.
Occorre poi permettere il part-time per coloro che lavorano fuori casa e che
svolgono la Professione di Casalinga.
7.1 Terza età
Uno dei settori chiave del prossimo futuro è quello della Terza età con tutte le problematiche che ne derivano.
Da un lato la trasformazione della società che vede sempre meno nascite e comunque una crescita zero, che, proiettata in futuro, può diventare un decremento, e dall'altro un allungamento della vita, fa sì che l'Anziano diventi un segmento determinante anche nell'economia sociale.
7.2 L'anziano come risorsa sociale
Il ruolo dell'anziano nella
società deve completamente cambiare.
L'esperienza accumulata negli anni deve essere ritrasmessa;
quindi occorre individuare dei compiti precisi di alta qualità.
Alcuni esempi, già sperimentati con successo e di uso comune in moltissime altra
città europee:
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il vigile di fronte
alle scuole elementari e medie durante
l'entrata e l'uscita; |
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la "guida di sala"
nei musei per gli appassionati dei vari
settori culturali; |
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il supporto tecnico
nelle scuole di formazione, specialmente
per coloro che sono specializzati in diversi rami artigianali; |
L'anziano non può e non deve
essere considerato un peso morto ma un elemento essenziale nella crescita della
nostra società, quindi tutte le iniziative che perverranno da questo segmento
sociale dovranno essere attentamente esaminate e la loro realizzazione dovrà essere studiata nei minimi particolari.
7.3 L'assistenza domiciliare
Potenziamento dell'Assistenza
domiciliare per gli anziani con interventi:
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a favore delle famiglie che
si tengono in casa un anziano non
autosufficiente; |
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incentivazione e
coordinamento del volontariato tramite
le assistenti sociali; |
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creazione di una rete
telematica di "richiesta soccorso" per
gli ultra 70enni e per tutti i soggetti a malattie cardiache o a rischio. |
Tre punti fondamentali per
affrontare un problema di importanza vitale per una società che sta rapidamente
invecchiando.
L'Assistenza Domiciliare deve sostituirsi il più possibile al Ricovero in
Istituto, non solo per i costi nettamente
inferiori per la collettività, ma soprattutto per il netto miglioramento del
livello qualitativo di vivibilità da parte dell'anziano che anche nel più lussuoso istituto si sente inevitabilmente emarginato: raramente una struttura
assistenziale può essere considerata migliore della propria casa.
7.4 Il Volontariato
Oggi parlare di volontariato sociale fa tornare alla mente l'associazione di ispirazione religiosa. Questo concetto che già negli ultimi tempi ha visto una netta trasformazione deve diventare il perno della struttura assistenziale della futura società Padana. In pratica l'opera svolta con dedizione dai religiosi (in particolare dalle religiose) nell'assistenza agli ammalati e a coloro che ne hanno più necessità, oggi, in presenza di un calo drastico di vocazioni, deve essere sostituita e proseguita dal volontariato laico.
Il concetto di solidarietà deve essere affrontato accantonando la demagogia che oggi abbina questo termine e deve pragmaticamente scendere nella realtà.
Dovrà essere cura della Politica e delle Istituzioni coordinare il Volontariato verso quelle categorie che hanno realmente bisogno di un supporto sociale, primi fra tutti i nostri anziani, quelli senza una famiglia che oggi più che mai sono ai margini della società.
7.5 Riforma degli Istituti per Anziani
Gli Istituti per Anziani devono diventare degli alberghi a tutti gli effetti.
Per raggiungere questo obiettivo si deve passare attraverso la privatizzazione delle strutture pubbliche.
L'accesso a queste strutture deve essere privilegiato per chi è gravemente non autosufficiente e per coloro che, in mancanza di un'assistenza familiare e nell'impossibilità di godere dell'assistenza domiciliare, optano per il ricovero in questo tipo di strutture che tendenzialmente dovranno assumere nella vita sociale un ruolo sempre meno importante.
8.1 Categorie da tutelare
Un'attenzione
altrettanto particolare dovrà essere posta per i più deboli, per coloro che
troppo spesso rischiano di essere emarginati da una società troppo impegnata a
raggiungere valori egoistici, lontani dai criteri di un convivere civile:
portatori di Handicap, Anziani, Barboni, devono trovare un proprio ruolo nella
nostra società che deve diventare un esempio di vivibilità per tutti.
A fianco di queste categorie deve avere un ruolo determinante il Volontariato
che deve avere dalle Istituzioni tutti i supporti tecnici e finanziari per
svolgere i compiti prefissi.
8.2 Lo stato sociale per i portatori di handicap
In un periodo di realizzazione di
piccole e grandi opere infrastrutturali un attenzione particolare dovrà essere
fatta verso l'abbattimento delle barriere architettoniche. In alcuni casi con
piccoli accorgimenti si possono risolvere problemi che all'apparenza risultano
onerosi e di difficile realizzazione:
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la collocazione degli uffici aperti al pubblico e di tutti i
seggi elettorali a livelli facilmente accessibili o a piani dotati di
ascensore. |
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l'utilizzo di mezzi pubblici accessibili a portatori di
handicap e anziani. |
8.3 Semplificazione delle adozioni
Un altro settore a cui occorre dare delle risposte chiare è quello dell'infanzia ed in particolare dell'infanzia abbandonata. La politica delle adozioni perpetrata dalla Classe politica negli ultimi decenni è scandalosa ed ha favorito il mercato dell'infanzia. Da un lato, infatti, si sono creati decine e decine di ostacoli per le adozioni dei nostri bimbi favorendo "l'importazione" di ragazzini dal terzo mondo, in particolare dal Sud America.
Questo atteggiamento deve cambiare, occorre innanzitutto dare una famiglia ai nostri bimbi, creando un meccanismo adottivo semplice e deburocratizzato. Gli ostacoli legislativi e burocratici semmai dovranno essere posti per le adozioni da fuori paese.
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